Lupi urbani news

LUPI CONFIDENTI Sintesi della conferenza internazionale 2022

10 Maggio 2022
STAFF LWA EU

Lo scorso 29 aprile, al Forte di Bard, nella seconda conferenza tematica di LIFE WolfAlps EU si è parlato di lupi confidenti e di lupi urbani. Un approfondimento sui casi accertati in Italia, Francia, Slovenia, Germania, e sulle linee guida per la gestione. Tanti gli esperti intervenuti come da programma, tra cui Piero Genovesi responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di ISPRA, Ilka Reinhardt, del Institute for Wolf Monitoring and Research in Germany, Valeria Salvatori dell’Istituto di Ecologia Applicata, la coordinatrice scientifica di LWA EU Francesca Marucco e i partner di progetto Nolwen Drouet- Hoguet dell’OFB e Christian Chioso di Regione Valle d’Aosta.

Il pomeriggio è stato invece dedicato a una tavola rotonda per discutere del problema dei lupi confidenti e dei lupi urbani insieme al sindaco di Arvier, paese valdostano interessato dalla presenza di lupi urbani, e i rappresentanti di cacciatori, allevatori, enti locali e ambientalisti.

In questo articolo facciamo una breve sintesi di quanto è emerso durante la giornata.

Che cos’è un lupo confidente o bold?

Si definisce bold (tradotto letteralmente: “audace, spavaldo”), o confidente, un lupo che è fortemente abituato alle persone, non ne ha paura e si avvicina direttamente e in modo ripetuto alle persone a piedi, a una distanza inferiore ai 30 m. Questa è la definizione data dagli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE), gruppo specialistico dedicato ai grandi carnivori europei dell’Unione Internazionale della Natura (IUCN).

Attenzione, però, la presenza di un lupo in un contesto antropizzato, ovvero un lupo che attraversa strade o passa vicino alle case non è necessariamente un lupo confidente, dipende da come si relaziona con le persone. Lupi (e altri animali) che frequentano abitualmente contesti urbanizzati sono infatti definiti urbani.

Infatti, in un mondo sempre più antropizzato, diventa inevitabile che alcune specie animali si adattino e utilizzino aree in cui la presenza umana è più diffusa. Sono soprattutto le specie più opportuniste, quelle cioè in grado di sfruttare i contesti più disparati per sopravvivere, quelle che riescono a adattarsi alle aree urbanizzate.

In contesti più naturali, dove la densità abitativa umana è bassa o assente, è raro che un lupo (e gli animali selvatici in genere) si trovi a frequentare insediamenti umani, se non in specifiche occasioni, per esempio quando in inverno nevicate abbondanti spingono gli ungulati a scendere nel fondovalle. In zone intersecate da numerose vie di comunicazione e disseminate di insediamenti umani diventa praticamente inevitabile per gli animali fare i conti con la presenza umana.

In un contesto antropizzato è facile infatti che i lupi (e la fauna in genere) si imbattano in insediamenti umani, strade, ferrovie. Questo è vero per i giovani in dispersione e alla ricerca di un posto in cui stabilirsi, come lo è per i territori di alcuni branchi. Sicuramente, la frequentazione è inevitabile in contesti fortemente antropizzati (si pensi alla pianura padana in Italia, o alla Sassonia in Germania) che la specie sta ricolonizzando negli ultimi anni. In posti come questi, è dunque per un lupo inevitabile attraversare occasionalmente o passare accanto ai paesi. La maggior parte degli animali cerca infatti di evitare comunque gli incontri diretti con gli esseri umani, ripartendo le cose da fare durante la giornata: se non riesce a evitare i luoghi antropizzati, li frequenta nelle ore notturne in cui è più difficile che ci siano persone in giro.

Animali che evitano le zone abitate, o ci passano occasionalmente in situazioni particolari, sono definiti “urban avoiders”, cioè evitano le zone urbane.

Alcuni individui sono invece in grado di trarre vantaggio dalle risorse offerte da un ambiente urbano e vi si adattano (urban adapters) frequentandolo assiduamente, ma senza smettere di utilizzare i contesti più naturali. Infine ci sono i veri e propri cittadini (urban dwellers) che vivono proprio dentro il tessuto urbano. Tra i canidi, ci sono volpi, coyote adattati a vivere tutta la loro vita anche all’interno di grandi metropoli, mentre per i lupi i centri urbani frequentati sono quelli di piccole dimensioni o insediamenti rurali.

Quando allora un lupo diventa confidente?

Una condizione fondamentale del comportamento confidente è una forte abituazione. Si tratta di un processo di apprendimento grazie al quale un animale si abitua a stimoli ripetuti, che non hanno di per sé conseguenze, né positive né negative. I lupi confidenti sono abituati alla presenza di esseri umani.

Questo livello di adattamento non è problematico se i lupi tollerano le persone, le loro opere, i veicoli e le attività, rimanendo però sempre a una certa distanza, senza manifestare alcun interesse diretto, verso le persone stesse. Infatti, gli animali selvatici che vivono nei paesaggi antropizzati sono in qualche modo costretti a sviluppare una tolleranza verso rumori, veicoli, luci etc…

Tuttavia, l’abituazione è un processo adattativo e quando è forte, ossia quando i lupi tollerano la presenza di persone a distanza ravvicinata, è un comportamento che può diventare problematico e costituire un pericolo. Tale forte abituazione è spesso connessa a un condizionamento positivo: un comportamento viene cioè rinforzato perché associato a una sorta di ricompensa. In particolare, il condizionamento alimentare è una forma di condizionamento positivo in cui gli animali associano la presenza di esseri umani o luoghi ove gli uomini sono presenti (ad esempio, campeggi, cortili) alla disponibilità di cibo. Ecco perché è importante far sì che i lupi (e in generale i selvatici) non trovino una disponibilità di cibo quando entrano a contatto con un ambiente urbanizzato.

I lupi sono animali capaci di adattarsi a diversi contesti ambientali, modulando le loro abitudini e comportamenti. In contesti antropizzati è spesso difficile valutare se il lupo stia avendo un comportamento normale o problematico che richiede un intervento gestionale. Proprio questo è lo scopo delle linee guida della LCIE, che fornisce ai gestori una chiave di lettura dei diversi comportamenti dei lupi e le azioni gestionali consigliate. Per una corretta valutazione è di grande importanza la documentazione del caso, e una archiviazione dei dati raccolti che consenta nel tempo di affinare le conoscenze sulla problematica e orientare quindi in modo sempre più efficace l’applicazione degli interventi. A questo proposito ricordiamo il documento prodotto nell’ambito dell’azione A7 di LIFE WolfAlps EU, la Strategia operativa di documentazione e gestione di casi di lupi confidenti nelle regioni alpine.

I casi documentati

La conferenza del 29 aprile è stata l’occasione per fare il punto della situazione in Italia, Francia, Slovenia e Germania. Quello che è emerso da tutte le relazioni è che i casi di lupi confidenti sono rari.

In tutta Italia, come ha riportato Genovesi di ISPRA, negli ultimi dieci anni sono 23 i casi di lupi confidenti. Le segnalazioni arrivano da tutta Italia, e c’è stato un aumento dei casi riportati a partire dal 2012. In Slovenia, dal 2006 al 2022 si sono verificati 3 casi, come riportano Černe e Simčič dello Slovenian Forest Service, 2 sono quelli che hanno richiesto un intervento gestionale in Germania in 22 anni come ha riportato Ilka Rehinardt, autrice di un documento sui lupi confidenti.

In Francia l’OFB ha realizzato uno studio (consultabile qui) in cui sono stati analizzati i comportamenti dei lupi quando incontrano le persone. Il campione analizzato è di  3280 incontri avvenuti tra il 1993 e il 2020. In questi 30 anni gli incontri, anche a una distanza di meno di 50 metri, sono aumentati con un andamento analogo alla crescita della popolazione. Quello che non è cambiato però è che in tutto il periodo considerato, la reazione principale è quella di spavento e fuga (77% dei casi complessivamente). Nel tempo sono però anche aumentati i casi in cui i lupi mostrano indifferenza o si allontanano lentamente. Su 3280 incontri, 10 sono quelli in cui il lupo ha mostrato un comportamento aggressivo verso le persone, e in 9 di questi si trattava di una reazione di difesa, da quello che è stato percepito come un comportamento minaccioso. In nessun caso sono riportati attacchi.

In alcuni casi, i lupi che si lasciano avvicinare sono animali in difficoltà o giovani. Per esempio a Pragelato (TO), nel 2015 una femmina anziana ha passato due giorni in mezzo alle case, dormendo su uno zerbino. In quei giorni c’era stata una abbondante nevicata, e l’animale era stato inseguito da una macchina sulla carreggiata fino al paese. Sfinita e incapace di spostarsi nella neve alta, la femmina (che la genetica ha poi rivelato essere una femmina anziana, un tempo la dominante di un branco che non ha mai frequentato centri abitati) si è fermata in paese, da cui però si è allontanata dopo due giorni, appena si è ripresa.

Data la spiccata personalità dei lupi e l’ampia varietà dei contesti, tutti gli esperti concordano sul fatto che è necessaria una valutazione caso per caso. Quindi una volta ricevuta una segnalazione di un comportamento anomalo, gli Enti preposti devono attivare la raccolta di informazioni necessarie per definire l’intervento. Le linee guida di LCIE riprese dalla strategia prodotta da LWA EU forniscono una classificazione dei comportamenti, la loro valutazione e suggeriscono l’azione più idonea da intraprendere. Un aspetto fondamentale è la verifica della presenza di attrattivi e la rimozione degli stessi, anche attraverso una ordinanza.

Qualora, malgrado questi interventi il lupo continuasse a mostrare un comportamento confidente, si valuta un ulteriore livello di intervento. Per l’Italia, come ha spiegato Genovesi, interventi di cattura, traslocazione e rimozione si possono chiedere in deroga alla Direttiva Habitat e necessitano di un iter autorizzativo che prevede il parere di ISPRA e l’autorizzazione del Ministero per la Transizione Ecologica.

LUPI CONFIDENTI Sintesi della conferenza internazionale 2022 - Life Wolfalps EU

Ma veniamo al caso di Arvier, un paese a metà strada tra Aosta e Courmayeur. A novembre del 2020 alcune fototrappole posizionate per il monitoraggio del lupo avevano individuato dei lupi che si muovevano in un’area ristretta in cui si trova il comune di Arvier. Nei mesi di gennaio e febbraio 2021 i lupi sono stati avvistati frequentemente all’interno del paese. In due casi ci sono state predazioni di un cervo e un capriolo all’interno del paese (per la precisione, la carcassa di quest’ultimo è stata trovata nel cortile della scuola elementare).Per cercare di capire cosa stava succedendo è stato intensificato il monitoraggio nell’area sia con fototrappole, che attraverso l’utilizzo di visori notturni. Grazie al monitoraggio intensivo si è verificato che si trattava di tre lupi che attraversavano frequentemente il paese, sia di notte che di giorno. La frequentazione è durata fino al mese di marzo 2021. Le analisi genetiche ottenute dal monitoraggio intensivo hanno permesso di identificare i 3 animali che frequentano il paese: una coppia e un maschio. A maggio è stata promulgata la legge regionale 11/2021 (Misure di prevenzione e di intervento concernenti la specie lupo. Attuazione dell’articolo 16 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) che prevede che, previo parere di ISPRA la regione Valle d’Aosta può catturare e rimuovere un singolo lupo, previa verifica che non sussistono opzioni alternative. La Regione trasmette poi direttamente allo Stato tutte le informazioni per il report obbligatorio alla Commissione Europea, ai sensi della Direttiva Habitat. 

A dicembre 2021 ricominciano le osservazioni e le segnalazioni dei lupi in paese da parte degli abitanti di Arvier, con frequentazioni anche di mattina. La Regione ha quindi inviato un report dettagliato a ISPRA sulla situazione. Secondo indicazione di ISPRA è stato intensificato il monitoraggio, e contestualmente è stata avviata una campagna di informazione agli abitanti sui comportamenti da tenere. Altra raccomandazione di ISPRA era quella di radiocollarare almeno un esemplare, e provvedere alla dissuasione acustica e luminosa (il radiocollare è importante perché consente di verificare l’efficacia della dissuasione). Il 16 marzo è stato segnalato un lupo sanguinante vicino La Crête, un villaggio a sud di Arvier. L’animale è stato recuperato dalla forestale e portato al centro di recupero fauna selvatica, dove si è appurato che le ferite erano di lieve entità. Dopo una breve degenza l’animale è stato rilasciato munito di radiocollare, il che permette di monitorare i suoi spostamenti. Come sospettato, si tratta del maschio singolo che frequentava Arvier (M33). I dati raccolti permettono così di capire il territorio che occupa l’animale, e di capire meglio come intervenire.

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