WPIU Field Visit: buone pratiche per la prevenzione degli attacchi ai bovini
Un incontro sul campo per uno scambio di buone pratiche: questo lo scopo della field visit delle WPIU che si è svolta lo scorso 7 settembre, a Roaschia, nelle Alpi Marittime.
L’obiettivo della giornata era infatti trasferire le conoscenze sui metodi di prevenzione per i bovini usati in Piemonte. Il workshop è stato organizzato dalle Aree Protette Alpi Marittime e hanno partecipato circa 30 operatori dei partner di progetto OFB, Parc National du Mercantour, Slovenian Forest Service, Università di Medicina Veterinaria di Vienna (VUW), ERSAF, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Aree Protette Alpi Cozie, Città metropolitana di Torino, Regione Liguria e Aree protette appennino piemontese.
La giornata si è articolata in una parte teorica, in cui sono stati illustrati i metodi di prevenzione, la gestione dei bovini nella stagione degli alpeggi, e le fasi di maggiore vulnerabilità per la predazione da lupo. In seguito il gruppo di lavoro ha visitato un alpeggio in Alpe Freida, dove si trova una azienda a gestione familiare che ha circa 200 bovini di razza piemontese. Gli animali vengono condotti in alpeggio da inizio luglio fino a fine settembre.
Il gestore ha così potuto illustrare le modalità di gestione del bestiame, oltre ai metodi più indicati di prevenzione che ha utilizzato. L’alpeggio era stato oggetto di intervento già nel precedente progetto LIFE WolfAlps (qui a pagg 27-29, i dettagli), nel corso del quale, era stato allestito un recinto elettrificato, un fladry, ed era stato messo in opera anche un intervento di approvvigionamento idrico (in Alpe infatti non erano presenti punti acqua per l’abbeveramento del bestiame): erano state collocate a monte dell’alpeggio due cisterne collegate a un sistema di distribuzione dell’acqua per caduta a sei punti di abbeverata.
In generale, i bovini (in particolare di razza Piemontese), attuano un sistema difensivo che coinvolge tutta la mandria e questo li rende prede difficili. Gli animali isolati, però, specie i vitelli, le vacche in procinto di partorire o gli animali malati, sono molto più vulnerabili. Normalmente, le mandrie vengono contenute in aree di pascolo recintate da un solo filo elettrificato, ma gli animali più giovani riescono a passare oltre e, così facendo, perdono la protezione del gruppo e diventano prede vulnerabili. Ecco perché l’utilizzo di più fili è molto più efficace.
In Alpe Freida la stessa azienda pascola circa 80 ovicaprini che vengono protetti con reti elettrificate e cani da guardiania.