news Prevenzione

Prevenzione degli attacchi da lupo: esempi dai territori di recente ricolonizzazione

20 Dicembre 2022
Aree Protette Alpi Marittime

I danni al bestiame sono una delle principali cause del conflitto tra esseri umani e grandi carnivori. Il conflitto tra lupo e zootecnia è particolarmente evidente nelle zone di recente ricolonizzazione, in aree alpine ma negli ultimi anni anche in zone collinari e di pianura, dove, nel corso dei decenni, i sistemi di allevamento si sono evoluti in assenza del lupo e non sempre prevedono una custodia da parte dell’allevatore, né tanto meno l’utilizzo dei sistemi di prevenzione. Ne deriva un forte impatto, sia in termini di danno economico che di impatto psicologico e sociale nella categoria degli allevatori, i quali sviluppano di conseguenza un atteggiamento di avversione ed intolleranza nei confronti del predatore.

Ridurre l’impatto delle predazioni del lupo sul bestiame domestico a livelli economicamente accettabili e socialmente tollerabili, attraverso l’individuazione e l’adozione di sistemi di difesa e di prevenzione e l’adattamento dei sistemi di allevamento alla rinnovata presenza del lupo, rappresenta pertanto un’azione strategica prioritaria per garantire il mantenimento e lo sviluppo delle attività zootecniche tradizionali e la conservazione del lupo a lungo termine nel territorio alpino.

Nelle Alpi occidentali sono almeno vent’anni che gli allevatori si confrontano con la presenza del lupo.  L’esperienza ha dimostrato che la reperibilità costante e la presenza al bisogno di personale in grado di fornire assistenza e informazioni agli allevatori è efficace per far sì che a livello locale gli imprenditori zootecnici non si sentano abbandonati o, addirittura, considerati come un elemento meno importante del lupo come specie protetta. È a questo scopo che nell’ambito del progetto LIFE WolfAlps EU sono state institute le unità di pronto intervento per la prevenzione degli attacchi da lupo – WPIU (Wolf Prevention Intervention Units).

Ad oggi si contano un totale di 42 WPIU sulle Alpi di cui 28 in Italia, 2 in Francia, 7 in Slovenia e 5 in Austria. In Piemonte sono formate da personale dei Servizi Veterinari SSN, militari dell’arma dei Carabinieri Forestali, agenti di Polizia provinciale e della Città Metropolitana di Torino, personale dei parchi, e intervengono per affiancare gli allevatori professionisti e amatoriali nella prevenzione degli attacchi, precisamente nel reperimento e messa in opera di sistemi di prevenzione, nell’assistenza all’accesso alle misure di indennizzo e supporto alla prevenzione, e nel corretto impiego dei cani da guardiania.

In Liguria sono operative 4 WPIU, una per ciascuna provincia, in Piemonte 16 e sono operative in tutte le province, in Valle d’Aosta 3, 4 in Lombardia e una nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Un quadro completo relativamente agli interventi effettuati (numero sopralluoghi, materiale fornito ecc.) dalle squadre nell’anno 2022 sarà disponibile a breve.

A metà ottobre, nelle campagne di Bene Vagienna, nel cuneese, il personale di una delle WPIU locali ha effettuato alcuni sopralluoghi per supportare l’attività di allevatori professionisti ed amatoriali. Nella pianura cuneese, il ritorno del lupo è un evento piuttosto recente. Dopo avere occupato le zone montane della provincia di Cuneo, il predatore sta espandendo il proprio areale di presenza verso le zone pedemontane, verso la pianura/collina e lungo fiume.

Gli interventi della WPIU in questa zona hanno avuto lo scopo di valutare in via preventiva i sistemi più adatti da applicare in realtà che non hanno mai subito attacchi da lupi e presso un allevatore che, grazie all’utilizzo di diversi metodi di difesa, ha ridotto efficacemente l’impatto del predatore.

In particolare, con il primo sopralluogo avvenuto presso un allevamento di cavalli, il veterinario ha valutato insieme al proprietario i punti e i periodi dell’anno più vulnerabili dell’azienda, in relazione alla presenza di piccolo bestiame e dei puledri che nei primi mesi di vita sono più vulnerabili. Attorno alla recinzione che racchiude le capre tibetane e alcune galline e dei pony, sono stati applicati dei dissuasori ottici (fladry), bandierine di nylon rosso attaccate ad una corda posta ad una altezza di circa 90 cm dal suolo. Il loro movimento fa sì che esse vengano percepite dal lupo come una sorta di barriera fisica da non oltrepassare. La loro efficacia è comunque maggiore se abbinate a filo elettrificato, soluzione consigliata al proprietario del maneggio.

Il secondo sopralluogo è stato utile per valutare con l’allevatore locale di pecore sambucane l’effettiva necessità di dotarsi di un sesto cane da guardiania per tutelare al meglio il gregge che si trova spesso distribuito in diversi pascoli a distanza gli uni dagli altri. L’allevatore ha subito le prime predazioni nel 2019, in seguito si è dotato di cani da protezione del bestiame e, il progetto LIFE WolfAlps EU tramite le squadre WPIU, gli ha fornito recinzioni elettrificate e fladry che hanno permesso di ridurre efficacemente le perdite.

Infine, è stata fornita assistenza a due allevatori hobbisti che detengono pochi capi di bestiame a scopo amatoriale per suggerire loro quali migliorie apportare alle recinzioni di contenimento del bestiame per renderle più efficaci da eventuali attacchi da lupo.

Prevenzione degli attacchi da lupo: esempi dai territori di recente ricolonizzazione - Life Wolfalps EU
Recinzione da rendere maggiormente efficace con pochi accorgimenti: piegatura all’esterno della recinzione, aggiunta filo elettrificato, fladry. Foto: Archivio APAM.