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I lupi dell’isolone di Bertolla a Torino: un po’ di chiarezza

6 Agosto 2021
STAFF LWA EU

La presenza di lupi nell’isolone di Bertolla, a Torino, ha suscitato negli ultimi mesi, e negli ultime settimane in particolare, un forte clamore mediatico, con titoli allarmistici e che riferiscono il timore di avere i “lupi in città”. Ricostruiamo quindi quanto è accaduto per fornire un quadro oggettivo della situazione.

Andiamo con ordine: per chi non è pratico del torinese, l’isolone di Bertolla è un’isola fluviale che si trova alla confluenza tra il Po e lo Stura nella zona nord-est di Torino, ai piedi della Collina di Superga. Si tratta di un’isola artificiale risalente agli anni ’50 che, insieme al confinante Parco del Meisino, fa parte delle Aree protette del Po piemontese. L’isolone è in gran parte terreno demaniale gestito dall’Ente Parco, ma ospita  all’interno un’ azienda agricola con animali al pascolo (ovi-caprini ma anche pony e asini).

Le prime predazioni risalgono all’inizio di gennaio 2020, ma si è trattato di episodi sporadici. Dai primi di maggio 2021, invece, le predazioni ai danni delle pecore si sono fatte molto più consistenti. Tra il 18 e il 19 maggio sono state predate 5 pecore e 8 agnelli. I sopralluoghi sulle carcasse (che ha coinvolto guardiaparco, veterinari Asl e tecnici faunistici del partner di LWA EU Città Metropolitana di Torino- METO) hanno permesso di accertare che l’autore delle predazioni era un lupo, grazie alle fototrappole e all’analisi del DNA. Le ultime predazioni risalgono a inizio luglio. L’Ente ha supportato il proprietario nella scelta dei metodi di prevenzione da adottare e fornito una batteria per la recinzione elettrificata.

La situazione è diventata più gestibile con la stabulazione notturna delle pecore, in un ricovero notturno con rete elettrificata, anche se il proprietario ha riportato un avvistamento del lupo nelle ore diurne, con gli animali al pascolo. Con l’adozione di due cani pastore maremmano-abruzzese già addestrati per la guardiania, non ci sono stati più attacchi predatori, e anche le fototrappole indicano che il lupo non orbita più in zona. Come ulteriore sistema di prevenzione per allontanare il lupo è stato anche installato un dissuasore acustico nei pressi dello stazzo di ricovero. La situazione è monitorata costantemente da guardiaparco e tecnici dell’Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese e di METO, supportati dal Centro di referenza regionale dei Grandi Carnivori (Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime). Ulteriori sopralluoghi sul posto hanno coinvolto i tecnici delle WPIU del LWA EU.

Che il lupo sia arrivato all’interno dell’isolone non è un fatto inspiegabile: è vero che si trova in periferia di Torino, ma è anche vero che è in continuità con la Collina e i Boschi di Superga, dove i lupi sono presenti in forma stabile con insediamento di un branco da circa 2 anni e non è quindi una cosa remota o eccezionale che possano scendere e esplorare le zone limitrofe più naturali e con presenza di prede (sono infatti presenti anche i cinghiali). L’isolone non è accessibile al pubblico, solo chi è in possesso delle chiavi per aprire i cancelli può entrare. Resta comunque problematica la predazione ai danni delle pecore che nell’isolone pascolano.

Di per sé, la presenza del lupo in aree urbane non è sinonimo di lupo confidente o di pericolo per le persone, tuttavia si tratta sicuramente di un contesto inusuale che richiede un po’ di attenzione da parte di tutti i cittadini. In particolare, nel caso di avvistamento, mai avvicinarsi e  mai dare da mangiare al lupo (in generale questo vale per tutti gli animali selvatici!) per evitare di innescare una perdita della normale diffidenza che i selvatici hanno verso le persone e, di conseguenza, lo sviluppo di comportamenti confidenti.