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Bocconi avvelenati e saturnismo: una problematica emergente – Atti del convegno

4 Settembre 2023
Aree Protette Alpi Marittime

Si è svolto il 13 maggio, a Valdieri, il convegno dedicato al tema dei bocconi avvelenati e del saturnismo, organizzato dall’Ente di gestione Aree Protette Alpi Marittime con la collaborazione di LIPU Cuneo, LIFE WolfAlps EU e le Associazioni ambientaliste di Cuneo: Legambiente, Pro Natura Cuneo, Cuneo Birding, Italia Nostra.

Dal bracconaggio tramite l’uso di esche e bocconi avvelenati all’avvelenamento da piombo dovuto non solo all’ingestione dei pallini utilizzati per la caccia della piccola selvaggina, ma anche alle schegge dei proiettili impiegati per abbattere gli ungulati. Questi alcuni dei temi affrontati per fare luce su alcune delle principali minacce alla fauna selvatica e non solo. Tecnici ed esperti a livello nazionale e internazionale su queste tematiche hanno mostrato ulteriori aspetti allarmanti riguardanti l’inquinamento dei suoli e le problematiche per la salute umana, illustrando lo sviluppo di un considerevole interesse da parte della comunità scientifica e la conseguente spinta verso una regolamentazione che agisca in modo uniforme su tutto il territorio europeo, integrando l’impegno delle forze di polizia contro il bracconaggio e  incentivando la produzione e l’acquisto di munizioni senza piombo. Infatti come detto da Gabriella Vaschetti, CRAS di Racconigi e moderatrice della prima sessione, è indispensabile ragionare in termini di One Health, cioè con un approccio integrato e unificante, fondato sulla collaborazione interprofessionale e multidisciplinare tra settori diversi, che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi (ISS).

I relatori sono partiti dalle nozioni di base per poi presentare risultati di ricerche e progetti internazionali e prospettive future perché “per capire è fondamentale conoscere”, afferma Gabriella Vaschetti, “se non conosciamo non ci facciamo le domande giuste”

Dopo i saluti delle autorità locali e degli enti che hanno promosso l’iniziativa, la sessione mattutina si è aperta con la presentazione di Alessandro Andreotti, ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – Ozzano dell’Emilia (BO), dal titolo “Tanti veleni, un unico effetto. Due casi emblematici: i capovaccai del Progetto LIFE Egyptian vulture e il piombo nelle munizioni”. Partendo dalla Risoluzione CMS 11.15 Preventing poisoning of migratory birds ha illustrato le 5 principali fonti di avvelenamento: insetticidi e altri pesticidi utilizzati in agricoltura; rodenticidi usati per combattere ratti e arvicole; medicinali veterinari (diclofenac) impiegati per la cura del bestiame; piombo utilizzato nelle munizioni da caccia e nei pesi da pesca; bocconi avvelenati usati per il controllo dei predatori. L’esperto si è poi soffermato sulla gravità dell’effetto delle sostanze tossiche sui rapaci necrofagi, sia a livello dei singoli individui sia a livello di popolazione. Sono animali longevi, con dieta specializzata e all’apice della catena alimentare, quindi con una probabilità maggiore di altre specie di ingerire sostanze tossiche in dosi rilevanti prima di aver raggiunto la maturità sessuale: pertanto, un’esposizione al veleno  sul lungo periodo può comportare una contrazione della popolazione. Un esempio emblematico è quello del capovaccaio, la specie ornitica maggiormente a rischio di estinzione in Italia, a cui è dedicato il LIFE Egyptian vulture project (https://www.lifegyptianvulture.it ). I dati raccolti nell’ambito del progetto hanno permesso di mostrare concretamente come i diversi tipi di veleno ostacolino la ripresa di una popolazione minacciata. Per quanto riguarda il problema del saturnismo, è stata illustrata la lunga istruttoria tecnica condotta dall’agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) che nel 2023 ha portato l’UE ad approvare il regolamento UE 2021/57 che vieta l’uso del piombo per la caccia nelle zone umide. Considerata la gravità degli impatti riscontrati sulla fauna, sull’ambiente e sulla salute umana, attualmente è in fase di approvazione una nuova proposta di restrizione predisposta da ECHA, estesa a tutti gli ambienti (https://echa.europa.eu/registry-of-restriction-intentions/-/dislist/details/0b0236e1840159e6).

Enrico Bassi, Vulture Conservation Foundation – Con la sua presentazione intitolata “Piombo, il veleno dopo lo sparo. Vietare il piombo dalle munizioni da caccia per la conservazione degli uccelli selvatici”, ha illustrato i risultati delle sue ricerche sull’impatto del piombo contenuto nelle munizioni nei confronti della fauna selvatica e le possibili alternative atossiche, già disponibili dal mercato da diversi anni.

Bassi ha illustrato i risultati di alcune delle esperienze di ricerca e applicazioni pratiche maturate tra il 2005 e il 2022 in collaborazione con ERSAF-Parco Nazionale dello Stelvio e la Provincia di Sondrio. Innanzitutto, sono stati riportati i risultati dello studio sperimentale per la valutazione dell’accumulo di piombo nei visceri di ungulati colpiti da arma da fuoco, svolto con la collaborazione di Fondazione Cariplo, della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e di alcune decine di cacciatori della provincia di Sondrio.

Il lavoro, svolto tra il 2010 e il 2012, ha mostrato che su 153 visceri di ungulati colpiti dai tradizionali proiettili in piombo a elevata frammentazione, il 62% dei visceri risultava contaminato da piombo, dimostrando la vastissima diffusione della problematica non soltanto a scala locale ma anche sul territorio nazionale. Parallelamente è stata intrapresa una seconda linea di ricerca che constava nell’analisi delle concentrazioni di piombo nei tessuti di 252 carcasse di grandi rapaci (Aquila reale, Gipeto, Grifone e Avvoltoio monaco) provenienti da Italia, Svizzera, Francia e Austria. Anche in questo caso i dati scaturiti sono assai preoccupanti in quanto ben il 44% dei campioni presentava almeno 1 tessuto con valori di piombo di origine venatoria al di sopra della soglia di contaminazione ambientale.

Nelle regioni Piemonte e Valle d’Aosta, su un totale di 25 Aquile reali recuperate morte, sono stati rispettivamente riscontrati 6 soggetti con esposizione cronica/acuta e 5 con esposizione subcronica/subacuta. Valori altamente preoccupanti anche per gli 8 Grifoni provenienti dalle medesime aree in cui si è riscontrata l’esposizione acuta/cronica in 2 soggetti e subcronica/subacuta negli altri 3 casi.

L’allarme destato da questo studio ha fatto scaturire nel mondo delle pubbliche Amministrazioni coinvolte nei progetti di reintroduzione e conservazione dei grandi avvoltoi, dei CRAS, dei Musei di Scienze Naturali e delle Associazioni ambientaliste un network internazionale denominato “Stop al Piombo sulle Alpi” impegnato per la messa al bando di questo metallo tossico dalla produzione di munizionamenti.

L’Autore ha infine informato circa l’inaugurazione della prima mostra nazionale sul tema intitolata “Il Veleno dopo lo sparo” https://bergamobrescia2023.it/eventi/il-veleno-dopo-lo-sparo-lavvelenamento-da-piombo-negli-uccelli-selvatici-3/. La Mostra è attualmente visitabile fino al 15 ottobre presso il Museo di Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo. Successivamente, diventerà itinerante e sarà possibile richiederla per allestirla anche in altre realtà italiane.

Con la presentazione “Biocidi e fitosanitari: nemici comuni per animali selvatici e domestici” la dott.ssa Simona Zoppi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte Liguria Valle d’Aosta ha illustrato le differenze tra i prodotti impiegati per il controllo di specie invasive che però hanno ricadute importanti sulla biodiversità soprattutto se impiegati a scopo doloso. Si vedano i documenti scaricabili per maggiori informazioni.

In relazione all’impiego di veleno contro mammiferi predatori Stefano Gerbaldo, Comandante Gruppo Carabinieri Forestale di Cuneo, referente regionale LIFE WolfAlps EU per l’Arma, ha presentato le “Attività di contrasto all’uso dei veleni: l’esperienza dei Carabinieri Forestali”, illustrando l’evoluzione della normativa a tutela della fauna selvatica, cosa prevede il codice penale, quali strategie dirette e indirette l’Arma dei Carabinieri attua per contrastare il fenomeno del bracconaggio. Mauro Fissore, guardiaparco delle Aree protette Alpi Marittime e coordinatore del Nucleo Cinofilo Antiveleno della Regione Piemonte, ha illustrato la problematica del bracconaggio nel territorio delle Alpi Marittime e come operano le Unità Cinofile Antiveleno del progetto LIFE WolfAlps EU unitamente a quelle istituite nell’ambito del precedente LIFE. Si vedano i documenti scaricabili per maggiori informazioni.

Remigio Luciano e Jennifer Galfrè del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Bernezzo (CN) e Gabriella Vaschetti del CRAS di Racconigi hanno illustrato l’attività svolte dai centri da oltre vent’anni, mostrando l’importante ruolo nel monitoraggio dei casi di avvelenamento di rapaci e di molte altre specie di fauna selvatica. Si vedano i documenti scaricabili per maggiori informazioni. Al termine della sessione la dott.ssa Roberta Bottaro, formatore cinofilo in collaborazione con il progetto LIFE WolfAlps EU, ha effettuato una dimostrazione pratica dell’attività dei cani antiveleno. Per maggiori informazioni su come lavorano le Unità Cinofile Antiveleno e sulle attività di formazione, prevenzione e bonifica si rimanda alla sezione dedicata del sito LIFE WolfAlps EU.

Durante la tavola rotonda svoltasi il pomeriggio e moderata da Mauro Fissore, sono stati approfonditi alcuni aspetti legati al fenomeno del bracconaggio, dall’avvelenamento all’uccisione diretta, alla sensibilizzazione e informazione sull’impatto delle munizioni con piombo sulla salute ambientale e umana.

Il dott. Luca Rossi, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, ha presentato i risultati di anni di analisi su lupi deceduti constatando una riduzione dell’incidenza della morte per avvelenamento rispetto a quella per uccisione diretta, sottolineando però che il numero di lupi avvelenati rinvenuti è sicuramente sottostimato. Si vedano i documenti scaricabili per maggiori informazioni. 

La tavola rotonda ha permesso uno scambio diretto su tematiche specifiche (normativa, aspetti clinici, procedure) tra i partecipanti al convegno con i relatori a cui si sono aggiunti Manuela Degioanni, Servizio veterinario ASLCN1, Valerio Civallero, Servizio Vigilanza faunistico ambientale Provincia Cuneo ed Emanuele Gallo, Gruppo Carabinieri Forestale di Cuneo nonché Unità Cinofila Antiveleno LWA ancora in attività.
Andreotti ha sottolineato che è stato avviato un confronto tecnico molto ampio tra la magistratura, le forze di polizia e i tecnici del settore sulle tematiche legate agli avvelenamenti. È importante lavorare ad un più ampio coinvolgimento dei diversi portatori di interesse, come sottolineato da Patrizia Rossi, ex direttore dell’Ente e delegata sezione LIPU Cuneo, per poter affrontare la tematica in modo completo ed efficace.

Scarica gli Atti del Convegno.