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Sul presunto attacco in Polonia: facciamo chiarezza

14 Febbraio 2023
STAFF LWA EU

Negli scorsi giorni, su what’s app e sui social sono circolate delle immagini a dir poco macabre e irrispettose. Si tratta del cadavere di un uomo, la cui morte sarebbe attribuibile, a dire dei post, ad una predazione da parte dei lupi ritrovato in diverse località italiane (dal Piemonte, all’Abruzzo, alle Marche…).

È una notizia falsa: si tratta di fotografie scattate in Polonia, non in Italia, e il decesso non è attribuibile a morte violenta per l’attacco di un animale selvatico, ma a cause naturali.

Abbiamo contattato Sabina Nowac, professore associato del Dipartimento di Biologia dell’Università di Varsavia, e membro del Large Carnivore Initiative for Europe per avere maggiori dettagli sull’accaduto.

Il malcapitato era un uomo di 64 anni residente nel comune di Fredpol, nei Carpazi. La sua scomparsa era stata denunciata dai familiari il 19 dicembre 2022, il corpo è stato ritrovato il 5 gennaio 2023, circa due settimane dopo. La polizia ha escluso una morte violenta, il decesso è infatti stato causato dall’ipotermia, l’uomo stava facendo un lungo percorso a piedi per tornare a casa ed era vestito con abiti leggeri per le rigide temperature.

Circa dieci giorni dopo, le fotografie del cadavere sono state diffuse in Polonia tramite un tam tam di messaggi Whatsapp e pubblicate su Facebook, provocando un clamore mediatico. Infatti, in queste comunicazioni si insinua che la morte dell’uomo fosse imputabile a un attacco da parte dei lupi. Un clamore che ha poi finito per espandersi anche in altri Paesi, incluso il nostro, rimbalzando di telefono in telefono, ogni volta “situando” il macabro ritrovamento in luoghi differenti e provocando disgusto e allarme. 

Secondo le autorità polacche si è trattato di una morte non violenta e dovuta a cause naturali. Il caso, insomma, non sarebbe mai nemmeno divenuto “un caso” se non si fosse verificato tutto questo spiacevole scalpore di false informazioni.

L’uomo è morto in montagna, e il suo cadavere è stato ritrovato circa venti giorni dopo, quindi era in decomposizione e effettivamente consumato da animali selvatici. I ricercatori dell’Università di Varsavia e del Mammal research Institute si sono resi disponibili con le autorità giudiziarie qualora volessero fare ulteriori accertamenti necroscopici e genetici.