Un workshop per l’inizio dell’azione C3 nelle Alpi Marittime
Il 16 settembre, a Chiusa Pesio, si è svolto il workshop per l’inizio delle attività dello studio sulle dinamiche tra attività umane-preda-predatore nelle Alpi Marittime, nell’ambito dell’azione C3 di LWA EU.
Alla riunione erano presenti lo staff LWA EU e di APAM, i rappresentanti del comprensorio alpino CACN5, i carabinieri forestali, ISPRA, ASL, la Regione Piemonte, con coordinamento dell’Università di Torino, presente con tre Dipartimenti.
Lo studio internazionale e interdisciplinare ha lo scopo di indagare il rapporto spaziale tra le attività umane e le dinamiche preda predatore in 4 contesti alpini in Francia, Italia e Slovenia per migliorare la sostenibilità. Le Alpi Marittime sono uno di questi contesti: un ecosistema complesso dove sono presenti lupi, prede selvatiche, domestici e umani; un contesto in cui il rapporto tra prede e predatori viene condizionato dalle attività umane.
L’ungulato target dell’azione è il capriolo: questa specie, negli ultimi anni, mostra infatti, in tutto l’arco alpino, un apparente calo demografico, come suggeriscono le statistiche relative ai carnieri di caccia, in costante diminuzione.
Lo studio valuterà le dinamiche spaziali di prede-predatori e attività umane, quantificando spostamenti, utilizzo dello spazio da parte del capriolo, tenendo conto di tutte le variabili che ne possono influenzare il comportamento, Verranno sistematicamente raccolti i dati relativi ai caprioli abbattuti o rinvenuti morti, sia per cause naturali che per incidente, analizzata la dieta del lupo, etc.. La base teorica è il modello del landscape of fear (letteralmente “paesaggio della paura”), secondo il quale gli animali utilizzano lo spazio basandosi non solo sulle caratteristiche ambientali, ma anche su una valutazione dei potenziali pericoli.
Un capriolo percepisce infatti come fonti di disturbo la presenza umana, la presenza di altri ungulati competitori come il cervo, la caccia, la presenza di cani (da guardiania, padronali, vaganti, di turisti, da caccia, etc), la presenza dei domestici in alpeggio, ma al contempo deve tener conto del rischio di essere predato dal lupo.
Il comportamento spaziale del capriolo verrà studiato attraverso l’applicazione di collari GPS e l’utilizzo di fototrappole, seguendo un particolare schema di campionamento standardizzato, che permette di studiare la distribuzione nello spazio e i ritmi di attività sia del capriolo che del lupo. La raccolta degli escrementi di lupo e l’analisi del loro contenuto sarà invece portata avanti per quantificare la dieta del lupo.
Al contempo si raccoglieranno dati sulla presenza delle attività umane: presenza di domestici al pascolo, cani da guardiania, cacciatori e escursionisti.
Tutte le fasi dello studio saranno coordinate dall’Università e organizzate in collaborazione con APAM e con il Comprensorio Alpino di Caccia, in particolare in relazione alle attività di campo.
L’area di studio individuata nelle Alpi Marittime avrà come estensione quella di un singolo branco di lupi, quello della valle Pesio, che è il primo branco formatosi sull’arco alpino, nel 1996, e del quale si hanno informazioni dettagliate su composizione e spostamenti. L’area comprende la val Pesio e la valle Ellero e Vermenagna. Parte del territorio ricade all’interno del Parco Naturale del Marguareis, e nel Comprensorio alpino CACN5.
Le Alpi Marittime sono quindi una delle 4 aree di studio previste per lo studio attività umane-preda-predatore di LWA EU: lo studio verrà infatti svolto, con le medesime modalità in Francia, in Slovenia e nel Parco Nazionale dello Stelvio. Le aree differiscono tra loro per densità di prede e predatori, ma in tutte verrà adottato lo stesso schema di campionamento, messo a punto grazie a un costante scambio del comitato scientifico nell’ambito dell’azione A4 (scaricabile qui).