Implication des parties prenantes Stewardship

LO STUDIO SULLE INTERAZIONI TRA UMANI, PREDE E PREDATORI

26 novembre 2024
Aree Protette Alpi Marittime

Comprendere il funzionamento degli ecosistemi nei paesaggi dominati dall’uomo è cruciale per una gestione efficace, una conservazione a lungo termine e uno sviluppo sostenibile delle attività umane, oltre che per migliorare la coesistenza tra esseri umani, animali domestici e fauna selvatica nei paesaggi montuosi dell’Europa.

Il ritorno del lupo in parte del suo areale storico avviene oggi in un paesaggio profondamente trasformato dalle attività umane durante i decenni e i secoli di assenza dell’animale, portando a conflitti con attività antropiche come l’allevamento e la caccia.

Il ritorno del lupo influisce su varie attività e interessi umani, e viceversa, scatenando conflitti sociali e opinioni divergenti sulla gestione della specie. Il dialogo e collaborazione tra le parti interessate sono essenziali per trovare soluzioni che consentano la coesistenza tra lupi e esseri umani.

Uno degli ostacoli alla coesistenza sulle Alpi è l’impatto reale o percepito dei lupi sugli ungulati.

Studi precedenti evidenziano la difficoltà di decifrare le complesse interazioni tra prede, predatori e ambiente, a causa delle intricate relazioni tra questi elementi. Aggiungere la presenza umana all’equazione rende il quadro ancora
più complesso: i paesaggi e le interazioni tra la fauna selvatica sono fortemente influenzati dalle attività umane in modi ancora non del tutto chiari.

Gli esseri umani cacciano gli animali da migliaia di anni e, oggi, in un mondo dominato dagli esseri umani, siamo percepiti non solo come predatori, ma anche come fonte di disturbo, quando la nostra presenza o le nostre attività influiscono sugli animali anche se non mirano direttamente a ucciderli. In Europa, in particolare, le dinamiche predatore-preda si inseriscono in ecosistemi modificati dalle attività umane, ma si sa poco sugli effetti del rischio di predazione in questi contesti.

Nell’ambito dell’Azione C3, il team del progetto LIFE WolfAlps EU ha lavorato in stretta collaborazione con i cacciatori per colmare queste lacune di conoscenza attraverso uno studio coordinato sull’arco alpino. L’obiettivo era quantificare le risposte spaziali delle prede, in particolare del capriolo, al rischio percepito di predazione da parte di lupi e umani, nello spazio e nel tempo, tenendo conto anche della presenza di prede alternative (domestiche e selvatiche) e di predatori alternativi, in quattro diversi siti alpini.

In un opuscolo conclusivo, presentiamo i principali risultati ottenuti durante il progetto LIFE WolfAlps EU grazie alla collaborazione internazionale dei team di ricerca e al supporto del mondo venatorio.

Clicca QUI per scaricare l’opuscolo.

Guarda l’ultima clip sullo studio svolto in Valle Pesio.

Illustrazione realizzata da Gaudenzio Canavese.